«II diritto allo studio di bambini e ragazzi a volte rischia di rimanere un bel concetto solo sulla carta: dipende dalla disponibilità e dalla preparazione degli insegnanti. Ma una grossa mano la danno i volontari». Come nel caso di Gualtiero Sosio, una delle persone che da anni si impegnano con il servizio di doposcuola dell’associazione La Soglia di Cantù per i bambini delle scuole primaria e secondaria. Si tratta di alunni segnalati tramite il comune o dagli insegnanti e che non hanno nessun aiuto in famiglia e presentano difficoltà Ogni anno sono circa 150 i ragazzini supportati da volontari adulti e da giovani delle scuole superiori impegnati nell’alternanza scuola lavoro. «Il problema è quello della dispersione scolastica, raccontano Anna e Margherita Borghi – due fondatrici del sodalizio e la presidente Marina Borghi – Da 25 anni cerchiamo di aiutarli nei compiti e nel raggiungimento di una certa autonomia, affiancandoci agli insegnanti e non sostituendoci alle famiglie».
A volte il rapporto che si instaura è talmente stretto e coinvolgente da lasciare un segno profondo. È stato così per Sosio, maestro elementare in pensione, che per oltre un anno ha supportato nello studio un quindicenne di Santo Domingo arrivato in Italia perché chiamato dalla madre. «La situazione non è stata per niente facile», ha raccontato Sosio. Il f agazzino aveva la licenza elementare ed era appena stato bocciato in prima media Era demoralizzato, aveva molte lacune e qualche problema comportamentale. Un giorno sì e uno no era dal preside. Inoltre viveva conflitti familiari con la madre e provava una forte nostalgia per la famiglia del paese d’origine.
«Aveva tantissima voglia di fare, ma molti problemi familiari. Lo abbiamo seguito per tutta una estate, poi anche l’anno successivo in classe. Alla fine è riuscito a ottenere la licenza media con un sette. La sua è stata una storia, unica, anomala, ma che ci ha dato tanta soddisfazione. Purtroppo da questa vicenda abbiamo capito che tante volte la scuola davanti a situazioni di difficoltà non è preparata. Ci vuole una grande capacità di leggere le situazioni, di stabilire un rapporto, un legame». Ed è a questo punto che entrano in scena i volontari e associazioni come La Soglia, attenti a tirare fuori il meglio dei ragazzini, non solo in campo scolastico.
dal giornale La Provincia 19/11/2019